Un titolo che suona tautologico, ma più nella forma che nella sostanza. Per quanto sia ovvio che la gioventù costituisca il futuro del mondo, spesso ci si dimentica, a livello istituzionale, politico, aziendale, ma anche sociale, che cosa questo significhi davvero.
“I giovani di oggi sono sempre attaccati al telefono”, dicono quelli attaccati alla tv.
“Non si interessano di niente, non hanno voglia di fare gavetta”, insistono dalla loro poltrona i grandi imprenditori.
Può anche darsi che in parte sia vero, sì. Ma di chi è questa responsabilità, se non nostra?
I giovani rappresentano il futuro, e il futuro fa sempre paura: è quel pacco ancora nel suo involucro, che non sai cosa c’è dentro. È quella crisalide che nasconde il mistero di una farfalla o di una falena. Se la gioventù fosse un elemento, sarebbe plasma, come il fuoco, come i fulmini. Scotta ma illumina, folgora ma elettrizza. Le ragazze e i ragazzi sono energia che richiede energia per avverarsi, e il nutrimento è compito nostro, vostro, di tutti gli adulti, di tutti gli esperti, di tutti i capi, di tutti gli insegnanti.
Siamo noi che dobbiamo avvicinarci a loro, dialogare con i loro strumenti, e fornirgliene di nuovi. Il compito dei giovani è apprendere, che significa etimologicamente “appigliarsi, afferrare, aggrapparsi”. Afferrando qualcosa di nuovo, che sia un oggetto o un concetto, si scoprono nuove vie di salvezza, aiuti per andare avanti nella vita. L’apprendimento comprende anche gli errori, che a loro volta diventano reti di incolumità.
E dopo l’apprendimento ci sarà l’imprendere, che non significa aggrapparsi a qualcosa di esterno, ma letteralmente "prendere qualcosa dentro sé" e portarla avanti. Ogni persona ha la sua impresa, il suo viaggio, che sia imprenditoriale o meno. E ogni impresa è una montagna russa in cui conta tanto ciò che si è appreso e si continua ad apprendere, per appigliarsi alla salvezza, sia in discesa che in salita.
Da questi presupposti è nata la volontà di “Me, My data and Die - dialoghi e laboratori sulla persistenza del dato”, evento facente parte dell’itinerario nazionale della Giornata del Made in Italy 2025 promossa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Da un gioco di parole che ricalca i vecchi album facebookiani “me, myself and I” abbiamo pensato di parlare alle nuove generazioni del problema della persistenza del dato, per sviluppare le loro conoscenze e competenze sull’argomento.
Venerdì 11 aprile 2025, nella cornice dell’Istituto Francesco Ciusa di Nuoro, abbiamo avuto l’onore di organizzare l’unico evento aziendale in Sardegna facente parte di questo itinerario.
Una giornata memorabile che ha coinvolto oltre 200 studenti degli istituti superiori nuoresi – dal liceo artistico, classico e scientifico fino agli istituti tecnico-geometra e informatico – in un’esperienza formativa e profondamente umana, incentrata su identità digitale, innovazione, imprenditorialità e futuro.
Per noi di Zephorum, questa non è stata solo un’occasione di dialogo. È stata una vera e propria scelta di campo.
Abbiamo deciso di cogliere l’invito del Ministero designando Nuoro, cuore di un territorio spesso dimenticato ma fremente di intelletto, come destinazione e assieme punto d'avvio, perché crediamo fermamente che l’innovazione debba partire anche e soprattutto da dove non ci si aspetta, dove il tasso di abbandono scolastico è alto, ma il potenziale umano lo è ancora di più.
I giovani non sono solo il futuro dell’innovazione: sono innovazione, perché portano “azione nuova” nel mondo. Ed è proprio a loro che vogliamo continuare a dare voce e strumenti.
La giornata si è aperta con le parole ispirate della dirigente Silvia Meloni, che ha sottolineato il ruolo della scuola come faro per le nuove generazioni – ricordandoci che “orientare” significa letteralmente portare luce, giacché il sole sorge a Oriente.
Abbiamo poi ascoltato Maria Elisabetta Cogotti, coordinatrice dell’Ufficio Scolastico Regionale, che ha ribadito l’importanza di formare competenze trasversali nei giovani, per renderli cittadini consapevoli e protagonisti del cambiamento.
A seguire, la nostra CEO Giulia Salis Nioi ha raccontato la nascita di Zephorum, il nostro percorso imprenditoriale partito dalla Sardegna e giunto fino agli Stati Uniti, e la sfida di fare innovazione da un’isola, valorizzando le competenze locali, l’etica digitale e l’imprenditoria femminile.
Con lei anche Matilda Harris, nostra Project Manager, che ha portato al centro il tema dell’imprenditorialità giovanile e femminile, ricordandoci che l’innovazione non è solo tecnologia: è anche prospettiva, coraggio, creatività.
Tra gli interventi istituzionali: il video del Ministro Adolfo Urso, i saluti del Presidente della Camera di Commercio di Nuoro Agostino Cicalò e dei consiglieri regionali Sebastian Cocco e Giuseppe Dessena.
La seconda parte della giornata ha visto i ragazzi impegnati in laboratori tematici sull’identità digitale e l’eredità online -guidati dall’avvocato Giovanni Battista Gallus, nostro socio e DPO – e in un quiz interattivo a cura di Salis Nioi e Harris, che ha stimolato riflessioni su privacy, memoria online e diritti digitali.
A questi si sono aggiunti i due contributi di PID LAB della Camera di Commercio di Nuoro e degli Hub Rete #Invitalia, con Paola Locci e le startup Damm Srl, Optivo Logistics e Widata, che hanno condiviso know-how e testimonianze dal fronte dell’innovazione Made in Italy.
Portare temi complessi in territori lontani dai grandi centri (fisici e digitali) è la nostra sfida quotidiana. Perché crediamo che fare impresa in Sardegna non solo sia possibile, ma necessario.
È anche da qui, da una palestra di idee come quella vissuta a Nuoro, che il Made in Italy può continuare a crescere e rinnovarsi.
E soprattutto, raccontare ai giovani quanto possano apprendere e imprendere, darà loro gli strumenti per diventare un giorno, viaggiando sulle stesse montagne russe etimologiche, “imprendibili”.
🔗 Scopri di più sull’evento sul sito del Ministero: https://www.mimit.gov.it/it/made-in-italy/giornata/agenda/me-my-data-and-die-dialoghi-e-laboratori-sulla-persistenza-del-dato-online