Con la scomparsa di Giorgio Armani non perdiamo solo un’icona della moda. Si apre una domanda che ci riguarda tutti:
Che cosa resta della eredità digitale dei REali del web, quando non ci siamo più?
Oggi la nostra identità non vive solo nei ricordi di chi ci ha conosciuto. Vive nei server, negli account, nei dati custoditi da algoritmi e sistemi che raramente abbiamo davvero scelto o controllato.
Per Armani – come per ognuno di noi – l’eredità digitale si compone di:
Un patrimonio frammentato, prezioso e fragile.
Ecco 5 motivi chiave che rendono urgente il tema:
Le celebrità rendono questa domanda ancora più complessa.
Chi decide? Forse la soluzione non sta in un “aut aut”, ma in un modello ibrido:
Così come in vita ognuno di noi è insieme pubblico e privato, anche dopo la morte la tecnologia deve saper preservare entrambe le dimensioni.
Questa sfida non è riservata ai big della moda o ai CEO globali.
Ognuno di noi lascia dietro di sé un mosaico di dati, documenti, foto, conversazioni. E senza una gestione chiara rischiamo che tutto questo venga:
Proteggere la propria eredità digitale significa scegliere come vogliamo essere ricordati. O, in alcuni casi, come vogliamo essere dimenticati.
Noi di Zephorum crediamo che l’eredità digitale sia un diritto universale.
Con Coffer abbiamo costruito un servizio che permette di:
Perché l’eredità digitale non è un dettaglio tecnico: è memoria, identità e dignità. Sempre.
Tu cosa ne pensi? L’eredità digitale delle persone note dovrebbe essere patrimonio pubblico o rimanere un diritto esclusivo degli eredi?